Vivo in campagna e guardo il mio cane che gironzola nel prato e cerca, annusa e mangia dell’erba… sembra a caso, ma osservo meglio e no, non mangia ciò che gli capita, ma sceglie.
Allora mi viene in mente mia nonna, classe 1898, analfabeta che mi portava con lei a fare la “cicoria” ma insieme a tante piante che cuoceva o cui faceva la “misticanza” ne prendeva altre che poi faceva bollire o essiccava per curarsi il mal di pancia, il mal di testa, la cattiva digestione e da brava marchigiana diceva “ogni pianta volta in su ha una sua virtù”.
Mi spiace tanto che se ne sia andata quando ero troppo piccola e non ho potuto godere della sua sapienza di “semplice tra i semplici”.
Lei raccoglieva come le aveva insegnato sua madre che aveva a sua volta imparato dalle generazioni precedenti. Un sapere che veniva da molto lontano, dall’esperienza data dalla vista, olfatto, udito, gusto, tatto e non certamente dai libri.
Ma perché il mio cane e gli altri animali che scelgono quali piante mangiare, mi fanno venire in mente mia nonna?
Perché sento che qual sesto senso su quali piante scegliere io non ce l’ho, era un filo di comunicazione complesso, un dialogo tra uomo e piante che si è assottigliato nel tempo fino quasi a scomparire. L’uomo del Paleolitico (parliamo di 2,5 milioni di anni fa) era un raccoglitore, solo 10.000 anni fa diventa agricoltore e allevatore. In questo enorme lasso di tempo ha sperimentato, grazie ai sensi maggiormente in sintonia con l’ambiente, quali piante riuscissero non solo a sfamarlo ma che gli fornissero tutti i nutrienti per stare in salute e quindi zuccheri, acqua, grassi proteine da frutta, semi, funghi, radici.
La maggior parte delle calorie quotidiane provenivano dalla raccolta di piante spontanee, l’uomo dell’età della pietra ascoltava i bisogni del proprio corpo e cercava soluzioni nella natura sia per nutrirsi che per curarsi.
Nutrizione e cura viaggiavano in sinergia non erano così differenziate. Sicuramente osservava gli altri animali, sperimentava e classificava, ricordava e tramandava ai piccoli che a loro volta, quando adulti, perfezionavano, ampliavano e poi tramandavano a loro volta creando un progresso che portò all’agricoltura e ahimè a noi, con l’insalata in bustine già lavata e tagliata!
Proprio in questo periodo (articolo scritto a marzo) inizia quella che poi sarà la fitoterapia, cioè la cura mediante le piante. Infatti scoprì che certe piante gli facevano passare il dolore, o fermavano fuoriuscite di sangue o lo facevano sognare.
Lo studio e la descrizione dei principi attivi presenti in una pianta è molto recente ma nasce da queste intuizioni, esperimenti, tentativi che hanno le proprie radici agli albori della specie umana.
Gradualmente l’istinto di cercare la pianta per curare un malanno è scomparso e oggi noi abbiamo persone specializzate che si occupano della nostra salute.
Ma le piante ci sono sempre, ci sono sempre state e sempre ci saranno e ancora oggi possiamo rivolgerci al mondo vegetale per aiutare il nostro corpo a mantenere il suo equilibrio.
Ed ecco che la nostra Azienda entra in gioco con le due attività principali:
- Raccolta e vendita di erbe spontanee;
- Coltivazione e vendita di piante officinali;
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