L’etimologia di Calendula proviene da calendae, il primo giorno del mese nel calendario romano: allusione alla fioritura che si protrae quasi ogni mese (calende greche…) mentre officinalis proviene da offícina cioè laboratorio medioevale.
Coltivazione | Raccolta | ||
Semina | Primavera | Parte utilizzata | Fiori |
Esposizione | Pieno sole | Tempo balsamico | Durante tutta la fioritura |
Tecnica colturale | Pieno campo | Strumenti | Fiori manuale / Forbici |
Irrigazione | Durante tutta il periodo | Luogo di crescita | Spontanea nei prati incolti |
In Italia la Calendula cresce ovunque, dalla zona mediterranea a quella submontana (600 m. s.l.m.) in campi, giardini, ruderi, prati ed è spesso coltivata in giardino grazie ai suoi colori vivaci.
La Calendula è una pianta erbacea annuale che appartiene alla famiglia delle asteraceae/composite.
Raggiunge altezze di 80-90 cm, ha una radice a fittone e possiede rami fitti e foglie alterne, spatolate, le inferiori lunghe sino a 12 cm, le superiori più piccole e amplessicauli (senza picciolo), tutte a margine intero con piccoli denti appuntiti, lanceolate o ellitiche.
Tutta la pianta è ricoperta da peli ruvidi e ghiandole che rilasciano un odore tipico, tenue, balsamico caratteristico che a molti può risultare sgradevole. Il sapore è amarognolo. Non son dotati di pappo come il tarassaco. L’infiorescenza, cioè l’insieme dei fiori, anche detto capolino ha un diametro al massimo di circa 8 cm.
I fiori hanno un colore che può spaziare dal giallo zolfo al giallo scuro fino all’arancione. I fiori sono dimorfi cioè al centro sono presenti fiori tubulosi e ai margini sono presenti i fiori ligulati.
I suoi frutti, chiamati acheni, sono variamente curvi, a volte dritti e spinosi lungi fino a 1,5 cm. Si possono distinguere 3 tipi di acheni: i frutti alati, i frutti ad uncino ed i frutti ad anello; la variabilità della loro forma dipende dalla posizione e dal numero dei fiori ligulati da cui prendono origine.
La coltivazione della Calendula si esegue piantando i semi a primavera in un terreno ben soleggiato; la fioritura comincia già a fine esatate e continua mensilmente appunto con conseguente ricambio di boccioli freschi fino ad autunno inoltrato.
La raccolta dei capolini, che rappresentano la droga, va effettuata da aprile-giugno o a settembre-novembre.
I principi attivi che la Calendula contiene sono olio essenziale, xantofilline, carotenoidi (ne caratterizzano il colore), flavoni, un principio amaro, mucillagini, resine, saponine.
La Calendula può essere assunto per via orale ma anche per via topica a seconda delle esigenze. Per via topica è molto utilizzato in dermocosmesi sotto forma di pomata, unguento, tintura madre, estratto oleoso; per via orale si utilizzano estratti acquosi (tisane), estratti idroalcolici (tinture madri), ed ha anche impiego in fitoalimurgia.
Le proprietà della Calendula sono molteplici: antibatterica, antifungina, antinfiammatoria, cicatrizzante, antiossidante, coleretica, emmenagogo, antidismenorroico (calma i dolori), antiulcera, ipolipemizzante, spasmolitica.
Alcuni esempi pratici:
- Infuso fiori (Fibreno officinali): 2-4 g ogni 100 ml di acqua, 2-3 tazze al giorno come colagogo e disturbi epatici (ACQUISTA);
- Tintura madre: 30-50 gocce per 3 volte al giorno per favorire mestruazioni, in caso di dolori mestruali, o assenza di ciclo mestruale, o ancora per un aiuto in caso di problemi epatobiliari.
- Decotto di sommità fiorite (Fibreno officinali): 5-10 g ogni 100 ml di acqua per aiutare la cicatrizzazione di ferite, piaghe, alleviare punture di insetti e infiammazioni a livello cutaneo e genitali (ACQUISTA).
- Pomata indicata su ustioni, scottature, geloni, foruncoli, dermatosi secche, eczemi secchi tendenti alle ragadi, ragadi delle labbra e dei capezzoli, contusioni, emorroidi, ulcera del piede vene varicose.
- Oleolito per alleviare ustioni, eczemi, ferite e punture d’insetti.
Calendula arvensis è l’omologa pianta in versione spontanea; essa ha i capolini di dimensioni più ridotte, ma ha le stesse proprietà della Calendula officinalis.
La Calendula è una pianta che può essere presente in cucina:
Risotto alla calendula
Occorrente:
Tre cucchiai di fiori di calendula, mezza cipolla, duecento grammi di riso, burro e toma stagionata grattugiata, brodo di carne, sale.
Pulire i petali di calendula, far rosolare la cipolla tagliata finissima nel burro, aggiungere i fiori di calendula, il riso ed il sale. Lasciare insaporire, aggiungere, un mestolo per volta, il brodo di carne. A cottura terminata, aggiungere una noce di burro e la toma stagionata.
Oleolito di calendula
Versare il contenuto della bustina (40g) in un barattolo capiente e aggiungere olio di mandorle dolci fino a coprire i fiori. Tappare e lasciare macerare al buio per 28 giorni. Passati i giorni di macerazione filtrare con una garza e conservare possibilmente in un contenitore di vetro scuro. Utilizzare per ustioni, eczemi, ferite e punture d’insetti.
Fotografie:
Scheda realizzata da:
Erborista Dott.ssa Anja Latini, Coordinatrice Nazionale Conels-FEI Iscrizione RNEP n. GLT 0018 S
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